La ricerca di uno stile o una forma non deve finire per dominarci.
Non sono le cose che ci legano, ma il nostro attaccarci ad esse.
2019 Bolzano L’INNVAZIONE NELL’ARTE PARTE DA BOLZANO Kleine Galerie – Piccola Galleria
2018 Bolzano ARTE AL RAINERUM Rainerum
2018 Salisburgo ART INNOVATION Messezentrum
2018 Bolzano NOI TechPark Mostra permanente Noisteria
2018 Roma RAPSODIE CROMATICHE Galleria Area Contesa Arte
2018 Milano ASTRATTISMO E FIGURAZIONE A CONFRONTO Galleria Spazioporpora
2018 Innsbruck INNSBRUCK IN ARTE 2018
2018 Genova ARTEGENOVA saturaartgallery
2018 Innsbruck ART INNSBRUCK 2018 Biancoscuro
2018 Bolzano FESTA TRA ARTE E MUSICA
2017 Riva del Garda ANIMALI NELL’ARTE. DAL MITO ALLA REALTÀ
2017 Riva del Garda MINIMAL – ESPONE FABIO VALENTE
2017 Genova BIENNALE
2017 Savona collettiva
2017 Torino MIIT collettiva “Dai sogni alla realtà”
2017 ASOLO VILLA RAZZOLINI mostra personale
2017 Genova ARTEGENOVA saturaartgallery
2017 Torino MIIT mostra collettiva
2016 Genova SATURAART mostra personale
2016 Malosco Tn CENTRO CIVICO mostra personale
2013 Milano HOTEL ENTERPRISE mostra personale
2012 Bolzano NADAMAS mostra personale
Un incontro speciale e un attestato di stima
della mia pittura da una dei pittori più importanti al mondo
— Maggio 2017
“My changing Moods” è il titolo della personale dell’artista Fabio Valente e sulle sue tele il bianco cambia, muta, esplode per farsi accarezzare dal rosa, turbare dal grigio, sedurre dal rosso.
— Maggio 2016
Ad Asolo, Villa Razzolini Loredan il 26 marzo 2017 è stata inaugurata la mostra del pittore Fabio Valente.
Il suo percorso di vita e artistico si snoda tutto attorno al cambiamento.
La sua esperienza è variegata. Nel lavoro come nell’arte, Fabio si lascia condurre dall’istinto, nella convinzione che tutto sia scritto da sempre nella sua ‘linea del destino’, quella incisa nel palmo della sua mano sinistra, accanto alla linea della vita.
Quando aveva 17 anni, Fabio giocava in Serie A con Vialli e Mancini, e vedeva il suo futuro nel pallone. Poi ebbe un incidente, che vanificò il suo sogno. Da quel momento si affidò all’istinto, lasciandosi andare al flusso degli eventi.
All’inizio, il cambiamento fu per Fabio una scelta obbligata, che tuttavia gli offerse l’occasione per rivedere alcune cose, per guardare le persone con occhi nuovi.
— Marzo 2017
Oltre la materia per arrivare al linguaggio dei sensi. Oltre le mode, tanto amate dalla critica militante, per non cedere il passo al vuoto di fondo – camuffato da qualche orpello, passato per minimalismo estetico – di cui certi amano vantarsi. Oltre l’accademismo pittorico per non interrompere la percezione visiva che si consuma in poco tempo: in un breve attimo – eppure ampio abbastanza – quando l’immagine viene filtrata dalla sensibilità dell’individuo.
Ed è in quell’istante infinito, interminabile, che l’arte diventa valore: messaggio puro che tocca le corde più recondite dell’animo.
La pittura di Fabio Valente è la dimostrazione tangibile che quasi trent’anni di storia dell’arte sembrano essere trascorsi sprecati: artisti in preda a un isterismo collettivo, impegnati in provocazioni spesso di pessimo gusto, hanno preferito preoccuparsi più dell’apparire che dell’essere, forti dello star system che ne ha sempre tessuto le lodi, con il solo obiettivo di far lievitare i compensi.
— Agosto 2010
Tutti scavano. Sono costretti, e poi qualcosa si trova sempre. Un gancio, un piolo per la risalita, una sfumatura che ridà la speranza, una luce che rompe la monocromìa.
E da li si riparte, da un punto sfocato e senza contorni. Una ricerca quasi continua, pochi intervalli, un moto che si avvia piano ed esplode spesso senza preavviso.
Carotaggi, perforazioni lunghe e dolorose, affondi nel molle.
Più scavi, più ti crollano le pareti.
Poi lo squarcio arriva, però il segno resta. Fabio Valente ha scavato a lungo, ha lasciato che si mescolassero demolizioni e ricostruzioni.
Ha fatto altro, conquistato altri spazi, prima di dare colore a quel moto lento, ma continuo, che ci accompagna dalla nascita. Lunghe ore a rimestare nel fondo, le idee impastate, addensate, proprio come quando non capisci più dove andare.
— Maggio 2010